1. Introduzione
I centenari degli ultimi anni
Durante tutto l’anno scolastico 2024-2025 si festeggia il centenario della nascita di Alberto Manzi, il maestro degli italiani. Manzi non ha mai scritto un libro di pedagogia eppure la sua eredità è oggi più viva che mai, incarnata nella pratica quotidiana di tanti insegnanti della scuola pubblica, della scuola privata e delle numerose scuole parentali che popolano la nostra penisola.
Negli ultimi cinque anni abbiamo festeggiato, uno dopo l’altro, tutti i maggiori esponenti italiani di quel movimento dell’educazione attiva iniziato sul finire del XIX secolo con Maria Montessori, Giuseppina Pizzigoni, Decroly Claparede e Ferrière in Francia, e che affonda le radici nelle idee di Dewey e prima ancora di Pestalozzi. Abbiamo festeggiato il centenario di Don Milani e Bruno Ciari nel 2023, quello di Mario Lodi nel 2022 e quello di Gianni Rodari nel 2020. Questi personaggi sono tutti della stessa generazione, tutti figli degli anni venti. Non sono gli unici ovviamente. Non bisogna certo dimenticare Margherita Zoebeli, nata nel 1912, che fondò il CEIS di Rimini, Emma Castelnuovo che era nata nel 1913, Maria Luisa Bigiaretti che era nata nel 1925 e Nora Giacobini che era nata nel 1916. Tante, tantissime maestre e maestri, interpreti del mondo del bambino che insieme ai loro alunni continuarono per tutta la vita ad imparare, senza mai smettere. Disse Mario Lodi in una intervista della Rai:
Questi bambini non hanno un libro di testo, non studiano su un libro di testo, del cose preparate dai compilatori del libro di testo. Hanno però un libro più interessante, più ampio, sempre vivo, in continua evoluzione diciamo. Ed è il libro del mondo del mondo che li circonda, il libro della natura, del lavoro degli uomini, della loro famiglia, dei compagni, della strada, tutto quello che circonda il bambino.
Le parole di Mario Lodi riassumo l’esperienza di tutti gli allievi dei suddetti maestri e maestre, e in particolar modo di quelli Alberto Manzi. Siamo oggi debitori a tutti costoro e al Movimento di Cooperazione Educazione, per le pratiche e le tecniche che permeano il nostro modo di fare scuola e tutta l’outdoor education.
La riscoperta di Manzi
Quando riscoprii la figura di Manzi nel 2019 grazie al piccolo volumetto Non è mai troppo tardi. Testamento di un maestro. L’ultima conversazione con Roberto Farné, EDB 2017, capii subito di trovarmi di fronte a qualcosa di molto più grande di me. Ero appena entrato per la prima volta a pieno titolo nel mondo della scuola, con una classe eccezionale che mi poneva di fronte a molti interrogativi. Mi ero già formato un mio modo di pensare pedagogico, tanto avevo letto sull’insegnamento, sulle metodologia di progettazione didattica, di gestione della classe, ma nulla somigliava ai racconti delle esperienze di Manzi. Fu con Manzi che scoprii l’MCE. E fu con Manzi che tutte le mie idee pedagogiche si sbriciolarono di fronte alla forza della “pratica educativa”, dell"‘“educazione attiva”, del fare scuola insieme ai ragazzi. E fu sempre grazie a Manzi che smisi di filosofeggiare a proposito di educazione, e di conseguenza anche di vita, di esistenza, e iniziai ad accorgermi dell’importanza della pratica, del vivere le cose in prima persone e soprattutto insieme agli altri, dell’importanza della parola e del suo primato rispetto alla scrittura, dell’importanza dell’esperienza prima di ogni altra cosa. Se qualcuno inventasse la macchina del tempo vorrei tornare indietro di quarant’anni per incontrare Alberto alla scuola Fratelli Bandiera di Roma, dove lui insegnava a 60 chilometri da casa mia, mentre io crescevo ignaro.
2. L’attualità di Manzi
In questo speciale anno del centenario sono usciti numerosi libri dedicati al maestro. Avrei voluto comprarli praticamente tutti, preso dall’entusiasmo com’ero all’inizio del 2024. Per non spendere mille euro di libri ho così deciso di segnarmi tutti i titoli e di lasciar decantare i desideri. Alla dicembre 2024 ho poi valutato con più lucidità i titoli che avrei voluto nella mia collezione e sui quali avrei voluto approfondire la pratica educativa del maestro.
Era ed è mio desiderio infatti, capire meglio quali siano le pratiche che le grandi maestre e i grandi maestri hanno utilizzato ed utilizzano con le loro classi. Cosa fanno? Come organizzano la giornata, il quadrimestre e l’anno scolastico? Che attività svolgono?
La mia attenzione in questi ultimi due anni è arrivata a focalizzarsi anche su un tema che potrei definire strano. Su questo sono pienamente aperto al confronto, anzi mi piacerebbe proprio discuterne anche animatamente con qualcuno. Il tema che mi sta a cuore e che ha attirato la mia attenzione e le mie energie negli ultimi due anni è l’apprendimento senza l’uso della scrittura, ovvero senza lo strumento dei testi, senza lettura e senza scrittura insomma.
L’intervista a Jacopo Michieli, pedagogo e animatore torinese autore de “Il manifesto degli Animatori, è uno dei capisaldi di questa mia ricerca dell’apprendimento senza scrittura, insieme ai vari approfondimenti sul dialogo euristico, di cui ho accennato in un altro articolo.
Manzi da questo punto di vista è l’incarnazione di tutte le pratiche di insegnamento-apprendimento che utilizzano il metodo scientifico come metodo di indagine e di conoscenza. Per capire meglio di cosa io stia parlando vi dico innanzi tutto quali libri ho deciso di acquistare sul finire del 2024:
Farné R. (2024), Alberto Manzi. L’avventura di un maestro. Seconda edizione ampliata,
Bologna University Press (Prima edizione 2011), ISBN 9791254773987
Tridico D. (2024), Con il ricordo siamo tutti presenti. La scuola di Alberto Manzi raccontata dai suoi alunni, Edizioni Junior-Bambini srl
I due volumi offrono numerose testimonianze e documenti riguardanti le attività quotidiane di Manzi dentro l’aula scolastica, sulla terrazza della scuola, all’aperto in città, in altri luoghi cittadini utili all’apprendimento e all’aria aperta in località non distanti dalla capitale.
Addentriamoci ora nel cuore delle attività quotidiane di Manzi. Per capire cosa facesse il maestro riporto qui di seguito alcuni estratti dalle relazioni di Manzi riportate nel sopra citato volume del professor Farné:
Relazione sullo svolgimento del programma della Il sez.
Nello stendere questa relazione finale il sottoscritto crede di far cosa giusta col ripetere brevemente quale sia stata la linea di condotta che si era prefisso di seguire, affinché possa chiaramente far constatare i risultati ottenuti e quelli che non è riuscito ad ottenere; affinché, inoltre, i suoi Superiori possano consigliarlo, aiutarlo e correggerlo per il lavoro futuro.
Tralasciando da parte i motivi filosofici e pedagogici che m'hanno fatto credere che giusta era la via che m'ero tracciata, passo immediatamente a chiarire gli scopi ed i mezzi stabiliti in precedenza ed usati.
Se intendiamo per educazione il sollecitare ordinatamente, in un essere in formazione, l'attività delle sue potenze e dirigerle e sostenerle, non sarà più il maestro il centro dell'educazione, ma l'educando.
E per ottenere questo sviluppo ho creduto opportuno mettere alla base del mio lavoro il gioco, la giungla, il lavoro.
La "giungla" ci servirà per attrarre il ragazzo, per farlo vivere sì in una atmosfera irrea-le, ma dalla quale, attraverso racconti accuratamente scelti, potrà tirar fuori i suoi concetti morali. Mondo fantastico, adatto alla età del ragazzo, ma dal quale il ragazzo imparerà a vivere.
I racconti son tratti dal I e Il Libro della Giungla di R. Kipling.
Da questi racconti il ragazzo estrae, con un "morso", il succo e se ne appropria. I "morsi" verranno messi in pratica attraverso il gioco ed il lavoro.
E come da un pezzo di carne sanguinolenta il lupo, con un morso, ne asporta nuove energie per il suo corpo, così dai nostri "morsi" il ragazzo ne trarrà forza per proseguire nel suo compito, e vita, ed accrescimento (per maggiori dettagli riportarsi nelle linee generali al lupettismo di B. Powell).
Come metterà in pratica ciò che è venuto assimilando da questi morsi?
Ho gia detto con il gioco ed il lavoro.
Se per accrescersi ci vuole esercizio, l'esercizio in questo caso sarà dato dal gioco. Ciò che è venuto apprendendo lo metterà in pratica col gioco.
Ma il gioco, se non nocivo, sarà inutile esercizio se non viene attuato per il raggiungimento di determinate finalità.
Per questo ho diviso il gioco in tre categorie.
Gioco tipo famiglia felice, gioco tecnico, grande gioco.
[…]
un ambiente allegro, sano. Saranno giochi di corta durata, dai quali nulla ci aspettiamo se non di dare al ragazzo la certezza che egli vive, in lieta armonia, in una famiglia felice.
Famiglia, non più classe, e per di più, felice.
Il gioco tecnico serve invece a far acquistare al ragazzo determinate qualità e capacità (come: lealtà, prontezza, osservazione, disciplina, ecc.) e questi giochi vanno ripetuti finché non vengano eseguiti con la massima precisione.
Il grande gioco è l'insieme dei due su esposti. Svolto all'aperto, è come mettere il punto su quanto è stato raggiunto.
Tra questi tre tipi di giochi, vi è il gioco di interruzione. Brevissimo, ha il solo scopo da attirare l'attenzione su quanto si farà successivamente. Poniamo ad esempio che si sia fatto un gioco tecnico ed occorra fare poi una ricerca scientifica il passaggio da un'attività all'altra sarebbe troppo brusco e per ottenere il silenzio ed attenzione occorrerebbe troppo tempo o delle maniere forti. Ecco allora il gioco di interruzione un piccolo gioco che frena l'entusiasmo prodotto dalla prima attività e prepara l'attenzione per la seconda.
La giungla dà vita alla fantasia, porge l'idea; il gioco è l'esercizio che fa mettere in attuazione e quel mondo fantastico e quell'idea; il lavoro è il freno della fantasia e del gioco e serve per far conoscere al ragazzo a che punto è con le sue capacità.
Il maestro Manzi passa poi in rassegna gli incarichi affidati agli studenti, e ispirati al modello di suddivisione in sestiglie, i gruppi, utilizzati nel mondo scout. Baden-Powell e infatti un altro dei grandi ispiratori dell'attivismo pedagogico, che di proposito non ho citato all'inizio di questo articolo. Sia per tutti coloro che praticano l'educazione all'aperto, sia per i maestri elementari, sia per gli educatori, sia per gli insegnanti delle scuole parentali, il fondatore dello scautismo e tutte le tecniche scout sono infatti di primaria importanza. Nel mondo scout infatti possiamo ritrovare i migliori principi pedagogici e le migliori pratiche educative. Il mondo scout ha assorbito in un secolo i migliori aspetti e le migliori metodologie educative che via via si sono affermate nei vari decenni e nelle nazioni di tutto il mondo. Oggi non si può fare scuola senza guardare al mondo scout e senza conoscerlo a fondo.
Il maestro Manzi nelle sue relazioni fa il seguente elenco degli incarichi di classe:
Segretario di classe (durata trimestrale)
Segretari di sestiglia
Bibliotecario
Magazzinieri (lavori in creta, in cartone, in carta, ferri per i lavori)
Cassiere
Censore, ostiario (incarico mutato giornalmente delle persone)
Schedaristi
Più avanti ancora Manzi esamina in dettaglio ogni materia e svela la miriade di progetti e pratiche messe in atto, che qui per brevità accorcerò:
Religione: racconti, ricerche in parrocchia e nelle catacombe
Educazione morale, civica e fisica: “(a completamento di gioco, giungla, lavoro)” ricerche nel quartiere con schedario, squadra di pallacanestro, gruppo teatrale, Giro D’Italia, riunioni e discussioni con le famiglie, visite mediche trimestrali, gite effettuate fuori Roma
Lavoro: gruppo lavori in creta, gruppo lavori in carta, gruppo lavoro in collage, gruppo lavori in cartone, gruppo impressioni con le patate, gruppo pittori, gruppo giornalino di classe, gruppo attori
Italiano: comporre col sistema Payot-Priniot, ricerche, schedario di quartiere, schedario di parole, vocabolarietto illustrato, diario giornaliero di classe, relazione su ricerche scientifiche, descrizioni sugli abitudini e studio degli animali seguiti giornalmente, dettati, correzioni dei ragazzi stessi, letture, recitazione di brani, biblioteca, giochi Kim che prendono spunto dal romanzo di Kipling Kim
Storia e geografia, scienze: “tutto è stato basato su ricerche attive”
Aritmetica: esperienze pratiche dei ragazzi, studio geometrico effettuato attraverso i lavori
Disegno: applicato in tutte le materie
Canto: canzoni liete e canzoni cantate in coro
In un'altra relazione, Manzi continua l'elenco incredibile delle attività: corso di nuoto, corso di pallacanestro, corso di pronto soccorso, corso di meteorologia, cartografia, corso di fotografia, un coro, esplorazioni di ambienti esterni alla scuola e fuori provincia, osservazioni sulla vita di particolari paesi, numerose uscite in montagna e in campagna sia di breve durata, ovvero di 2 giorni, sia di lunga durato 4 o 5 giorni, esplorazioni nell'ambito del Comune di Roma presso le catacombe, presso un moderno stabilimento di suini, presso un quotidiano, presso una caserma, presso un ospedale.
L'invito che posso fare al lettore è quello di procurarsi in biblioteca il volume del professor, farne e di approfondire ancora ulteriormente l'elenco delle tantissime attività proposte da Manzi rintracciabile nelle tante relazioni che il professor Farné ha riportato nel libro.
3. Le scuole parentali
Non posso in questo articolo non far riferimenti alle odierne e sempre più numerose scuole parentali. Queste realtà più o meno nuove e note, stanno prendendo sempre più piede. Se una ventina di anni fa i pochi progetti esistenti riguardavano solo la fascia di età 0-6, ora esistono progetti dedicati alla fascia 6-11, 12-13, e anche progetti di scuole secondarie superiori parentali, come la Scuola Chesterton, di cui ho parlato nell’articolo “Democratica”.
Si tratta di una grande varietà di progetti, associazioni, cooperative e semplici gruppi di genitori: scuole popolari, scuole libertarie, asili nel bosco, scuole naturali, parrocchie, scuole libere, Piccola Polis APS, Maestri di Strada, il progetto Strade Maestre, fondazioni, scuole dell'infanzia, scuolette, case laboratorio, riserve naturali, centri di ricerca educativa, officine de crescere, centro comunitari, progetti di educazione in natura, scuole biocentriche, scuole parentali montessoriane, scuole parentali ad ispirazione steineriana, scuole internazionali libere Waldorf, scuole Montessori bilingue, territori educativi, il Parco della Gratitudine, la cooperativa Canalescuola, scuole del mare e del bosco, progetti di educazione outdoor, Creativity Garden, progetti di educazione al selvaggio, case pedagogiche.
Tutti i progetti che praticano l’educazione all’aria aperta non possono prescindere dal conoscere il mondo scout, e nessuno può prescindere dal conoscere l’esperienza di Alberto Manzi. Le scuole parentali rappresentano per me l’avanguardia dell’educazione libera e democratica nel panorama attuale. Certo ci sono anche scuole pubbliche che funzionano davvero bene, ma questo dipende da un’unica variabile: la presidenza della scuola. La preside o il preside illuminato fanno la buona scuola e una buona comunità di docenti. Altrove invece, i docenti agiscono come non fossero i membri di una stessa squadra, si riuniscono per simpatia in piccoli gruppetti, litigano a danno dei ragazzi. Insomma i luoghi dove si insegna ai ragazzi a pensare sono pochi.
Ci sono poi gli insegnanti che fanno squadra a sé, che giocano con le loro regole e per conto loro, finché ne hanno le forze. Fanno bene. Ma fanno anche male perché non mettono in atto il gioco di squadra e restano isolati.
Il mio più grande sono è quello di una comunità educante. Mi manca davvero poter vivere l’esperienza di una comunità educante adulta, dove si lavori tutti di concerto, insegnanti, educatori, genitori, ospiti ed esperti esterni come faceva manzi, ragazzi più grandi, ex studenti che fanno i volontari. È per me fonte di sofferenza la mancanza di una comunità educante a scuola.
4. Conclusione
L’esperienza di Manzi è certamente qualcosa di unico e forse irripetibile. Nonostante ciò essa rimane fonte di infinita ispirazione. Se non conoscete Manzi, fallora fate almeno un piccolo investimento di tempo prendendo in prestito in biblioteca o acquistandolo, il volumetto Non è mai troppo tardi. Testamento di un maestro, di cui ho parlato all’inizio di questo articolo, non ve ne pentirete.