«Il diritto del bambino alla morte»
Korczak: il diritto del bambino alla sua vita presente, a essere quel che è, al rispetto.
Janusz Korczak, nome di penna di Henryk Goldszmit, fu educatore, pedagogo nonché conduttore radiofonico. Come molti altri, come Lodovico Pavoni ad esempio, diede la propria vita per i più piccoli.
Non sono all’altezza di raccontarne la storia. Lo ha fatto eloquentemente Rai Radio 3 in una delle puntate del podcast di Wikiradio.
I tre diritti
Ci sono tre concetti che mi hanno colpito fortissimamente della pedagogia di Korczak, si tratta dei tre diritti riportati nell’opera «Come amare il bambino» del 1920». Uno di questi dà il titolo al presente articolo.
Per raccontarli al lettore riporto fedelmente una parte di un articolo più vasto dal titolo «Sui diritti dei bambini nella scuola dell’infanzia», riportato sul sito Zeroseiup.eu.
Ho fatto un’unica modifica al ritaglio dell’articolo, ovvero ho inserito al posto del semplice elenco dei tre diritti, la citazione originale tratta dal libro del nostro.
(Inizio estratto dell’articolo)
Il bambino e i suoi diritti secondo Korczak
“Il più grande segreto è il bambino”, afferma Korczak, il quale ci ricorda che il bambino è diverso da come pensiamo e supponiamo. È una grandezza ignota, non sappiamo cosa avviene in lui e non possiamo asserire nulla di valido sulla sua sensibilità. Korczak ribadisce continuamente: “Non conosciamo il bambino”. A suo giudizio, vi è una sola affermazione sul bambino che è vera, ovvero il fatto che, sin dall’inizio, il bambino è un essere umano e non è l’educazione che gli permette di trasformarsi in essere umano.
Pertanto, l’adulto dovrebbe dire addio al suo atteggiamento altero e di superiorità nei confronti del bambino, e dovrebbe piuttosto chiedere quali siano i suoi diritti. Korczak elabora, tra il 1914 e il 1918, la Magna Charta Libertatis, una sorta di statuto in materia di infanzia, che sancisce tre diritti:
Richiedo una Magna Charta Libertatis dei diritti del bambino. Forse ce ne sono degli altri, io ritengo questi tre fondamentali: 1) il diritto del bambino alla morte; 2) il diritto del bambino alla sua vita presente; 3) il diritto del bambino a essere quel che è. Bisogna conoscere i bambini per ridurre, nella concessione di questi diritti, al minimo la possibilità di sbagliare. Gli sbagli devono esserci. Non dobbiamo averne paura: il bambino si correggerà da solo con un’accortezza sorprendente, se noi non indeboliremo le sue preziose potenzialità, la sua poderosa capacità di difendersi. (Fonte: J. Korczak, Come amare il bambino [1920], Luni editrice, Milano 2018, p. 56.)
Con il diritto del bambino alla sua morte Korczak intende far capire che il bambino necessita di uno spazio di libertà in cui possa fare autonomamente esperienze con persone e oggetti, senza eccessiva sorveglianza e assistenza, senza divieti e punizioni: “Per paura che la morte possa sottrarci il bambino, finiamo per sottrarlo alla vita; per ostacolare la morte, non lo facciamo vivere nella giusta maniera”.
Il diritto dei bambini alla giornata odierna è la prosecuzione ideologica del primo, perchè a causa della paura che abbiamo per il bambino, gli vietiamo molte attività e gli chiediamo di pazientare fino al futuro, quando potrà decidere autonomamente delle sue azioni. Tale attesa del domani, tuttavia, inganna il bambino e l’oggi: “Come potrà vivere domani se non lo facciamo vivere oggi consapevolmente e responsabilmente? Dovremmo prestare attenzione a ogni singolo momento, poichè muore e non si ripete… Facciamo in modo che il bambino possa godere e fidarsi, in maniera spensierata, della gioia del primo mattino”.
Il diritto del bambino a essere così com’è è la richiesta, rivolta agli adulti, di “far vivere il bambino e garantirgli il diritto a essere bambino”. Il bambino ha le sue esigenze, le sue particolari capacità, il suo personale modo di organizzare il tempo, nonchè le sue sensibilità piacevoli e spiacevoli.
Korczak riconosce successivamente che, al di sopra di tutti e tre i diritti, si trova un diritto supremo, ovvero il diritto del bambino al rispetto. Rispettare il bambino significa prenderlo sul serio come concittadino, percepire e concedere domande, preoccupazioni, tribolazioni, lacrime e paure, avere riguardo e rispettare la sua proprietà e le sue azioni, e concedergli i tre diritti fondamentali. “Dovremmo avere rispetto per i segreti e le oscillazioni del difficile lavoro della crescita!”.
(Termine estratto dell’articolo)